“Come trovare nel modo giusto l’uomo sbagliato”: basta il nome del suo prossimo film per catapultare Giulia Bevilacqua nella versione nostrana e capovolta di “Sex and the City”

L’amore è l’unica cosa che si sceglie nella vita (Giulia Bevilacqua)

Non ha bisogno dei riflettori del tappeto rosso: Giulia Bevilacqua brilla di luce propria anche lontano dal set. Mi basta mettere piede sull’aliscafo per le Isole Eolie per capirlo. Lei, dalla cabina di comando, dà ordini improbabili ai passeggeri fingendosi il comandante. Per quanto la partenza di questo weekend insieme sia stata singolare, non mi sarei mai immaginata un finale da film. L’Etna decide di eruttare, l’aeroporto viene chiuso e  ci ritroviamo a dividere non più la White Beach di Lipari, ma lo scompartimento di un treno notturno. Allora Giulia lascia la “divisa” da capitano per indossare quella del reporter d’assalto che documenta l’insolito evento con l’iPod e intervista i giornalisti coinvolti nell’inaspettato viaggio. Può succedere questo e altro se si parla di “Come trovare nel modo giusto l’uomo sbagliato”, titolo del suo film in uscita.

È più facile trovare l’uomo giusto al momento sbagliato o quello sbagliato al momento giusto?

È più facile trovare quello sbagliato al momento giusto: ha ragione il film.

Quale delle due situazioni ti è capitata più spesso?
Io non ho avuto molti uomini, ma quelli importanti sono sempre state giusti perché mi hanno fatto capire cosa voglio realmente in una relazione d’amore. Magari alcune storie sono capitate in modo sbagliato o assurdo o ridicolo, ma mi hanno sempre lasciato qualcosa.

Penelope, il tuo personaggio, adotta invece una filosofia diversa…

Lei prova un uomo al giorno ma il risultato è un disastro: si aggrappa a qualsiasi occasione sentimentale, alla ricerca continua dell’amore! Delle tre amiche è la più pazza e svampita: vive seguendo quello che dicono le stelle… 

Il tuo film potrebbe diventare una specie di “Bibbia sentimentale”. Quali sono quelli che tu rivedi quando hai il “mal d’amore”?

Rivedo tutti i film con Julia Roberts, che considero una maestra nelle commedie romantiche, ma non mancano i classici come Bridget Jones. Ultimamente ho rivisto “La verità è che non gli piaci abbastanza”, spaccato delle paranoie sentimentali delle donne.

Quale verità ci svela?
Il barista dice che alle donne piace drammatizzare e crogiolarsi nel dolore, sedute davanti ad un telefono ad aspettare la telefonata di uomo, anche se l’appuntamento non è stato niente di che. Pensiamo che l’uomo che ci fa soffrire sia quello giusto: vogliamo piacere per forza a tutti gli uomini che incontriamo.

Tu invece hai le idee più chiare sull’amore?

L’amore è l’unica cosa che si sceglie nella vita e deve darti serenità. La passione e l’infatuazione passano, mentre la sintonia e l’affiatamento restano se c’è di base una stima reciproca.

Che tipo di compagna sei?

Ognuno ha poi esigenze diverse: io ho bisogno di un uomo allegro, a cui piaccia scherzare e che abbia voglia di ridere con me. Per il resto di solito mi adatto facilmente e non ho fisse particolari, anche se mi piace avere accanto una persona educata.

Cosa invece ti dà fastidio?
Non mi piacciono volgarità e prepotenza. La regista del film Daniela Cursi Masella una volta mi ha detto che le relazioni a volte sono dinamiche di potere e a me non sta bene che sia il più forte a dirigere la coppia. Io preferisco il lavoro di squadra….

La tua relazione con Simone Corrente dura da 6 anni. Vi sembra più difficile un rapporto di coppia tra due personaggi pubblici?

Non credo: Simone e io stiamo bene insieme proprio perché non consideriamo la recitazione nulla di più che una passione diventata lavoro. La nostra vita insieme si svolge fuori dalla mondanità e lontano dalle telecamere.

Da piccola che uomo sognavi?
Se ci penso mi viene da sorridere perché io non sono per niente romantica, anzi mi considero piuttosto cinica. Eppure da piccola sognavo di vivere in una favola con il principe azzurro. Immaginavo un ragazzo che mi  facesse sentire la donna più bella, seducente e simpatica del mondo e che mi riempisse di attenzioni, coccole, sorprese, per condividere sempre insieme momenti indimenticabili.

Ti senti fortunata ad averlo trovato in quest’ambiente?

Sono stata molto fortunata perché non avrei mai immaginato di innamorarmi di un collega. Ho sempre avuto un pregiudizio verso gli attori: li consideravo tutti vanitosi, arroganti e presuntuosi, mentre io ho trovato un uomo che non lo è affatto. Fare lo stesso lavoro ci ha reso più complici: sappiamo cosa voglia dire spostarsi continuamente, passare lunghi periodi lontani da casa, conoscere sempre gente nuova. È normale che scatti la gelosia: non abbiamo mai orari e persino programmare una vacanza diventa un’impresa, ma non importa. 

Nessuno di voi due è cambiato con il successo?

Massimo Troisi ha detto che la popolarità è un megafono: amplifica quello che eri prima. L’umile diventa umilissimo, il bastardo diventa bastardissimo. I valori sani, come il rispetto e l’onestà, il senso della famiglia e l’affetto per gli amici non cambiano perché non riguardano la popolarità, ma anzi si riempiono di gratitudine. Non è da tutti avere l’opportunità di fare un lavoro che ami e che ti porta anche tanti vantaggi.

In questo momento stai pensando ad un’ipotesi di famiglia con Simone?

No, in questo momento non ci stiamo pensando affatto.

Quali sono le leggende metropolitane sull’amore a cui la donna crede ancora?

Non è vero che gli uomini siano sciupafemmine: in vita mia ho incontrato molti più uomini romantici e pronti ad impegnarsi che mascalzoni.

Cosa servirebbe all’universo femminile per vivere meglio il rapporto di coppia?

Mai arrabbiarsi se il compagno ti chiama 500 volte al giorno per chiederti dove sono gli slip o gli occhiali. È inutile: non se lo ricorderanno mai! 

L’intervista è stata pubblicata sul mensile “Personaggi”, numero 18, agosto 2011