Pierfrancesco Favino ti riappacifica con il mondo, un po’ come la puccia salentina. O il pasticciotto, per chi preferisse il dolce al salato.
In poche parole Il traditore di Marco Bellocchio ha travolto la Croisette come uno tsunami incantando anche la stampa estera. Unico italiano in concorso al Festival di Cannes, tiene alta la bandiera tricolore in terra straniera, dove sono tutti particolarmente attratti dalle storie di mafia.
Dopo una giornata ad altissima tensione, finalmente si è sbottonato un po’ scatenandosi con la compagnia Anna Ferzetti in balli appassionati, condivisi poi prontamente dai giornalisti su Facebook nonostante il divieto “di divulgazione” dell’ufficio stampa. Questo accadeva mentre i divi di Hollywood sfilavano all’evento charity più cool del mondo, l’amfAR. A ciascuno il suo, direbbe Leonardo Sciascia.
Intanto il resto dei comuni mortali affolla il McDonald’s di fronte al palazzo del cinema. Tutti in smoking e strascico a fare la fila per un doppio cheeseburger, appena scesi dalla montée de marches. Intanto fuori dal fast food si respira aria da sagra di paese, con bancarelle di chincaglieria varia.
I contrasti si sprecano: tra i tavoli di un ristorante si aggira un ambulante dall’aria distinta. Lui vende rose, certo, ma non avvolte nel cellophane come i colleghi sulla metropolitana. No, no, le porta in giro in un vaso gigante finemente lavorato. In giacca, camicia e coppola, sembra uscito da una novella di Verga.
Qualche ora dopo Sylvester Stallone blocca il traffico del lungomare: il penultimo giorno ci si aspetterebbe una scarsa influenza e invece no. Ragazzetti appena maggiorenni che si definiscono “registi” affermano con assertività che Rambo (o Rocky, in egual misura) ha cambiato loro la vita e devono assolutamente entrare. Non hanno messo in conto – beata giovinezza! – il solito guardiano di turno.
Ogni giorno si verifica una singolare tradizione alla sala Debussy: i guardiani cambiano la disposizione delle file per i colori del badge solo last minute così tutti inevitabilmente si trovano nel posto sbagliato. Nessun approccio funziona, parla solo con i francesi, per dar loro poche e confuse informazioni, invitandoli a stazionare vicino alle transenne scompostamente e bloccando l’intero marciapiede.
Due ore dopo e ancora lì e, a differenza di quanto aveva giurato, per l’unica volta nella storia i cartelli non sono stati cambiati così chi preventivamente si era messo in un altro settore è rimasto fregato. Bazinga!
Fino all’ultimo questi bontemponi francesi si divertono a mescolare le carte in tavola, con un risultato simile agli Hunger Games. Solo uno sopravviverà e potrà respirare la stessa aria di Sly.
Nel frattempo in tuta rosa Miu Miu, Adele Exarchopoulos, l’attrice più giovane ad aver mai ricevuto una Palma d’oro, fuma nervosamente una sigaretta dietro l’altra durante le interviste. Ad un certo punto una sollecita assistente le porge del thè. Chiede un po’ di miele che le viene portato immediatamente.
Dopo averlo interamente svuotato nella tazza lecca il piccolo bricco di porcellana con innocente lentezza. L’unico giornalista maschio presente stava per avere un infarto, ma ha dissimulato indifferenza iniziando a sudare come se fosse in preda alla malaria.
Come dargli torto? Sembra la versione umana di Jessica Rabbit e in fondo la disegnano così.
La star francese del delizioso Sibyl ha imparato a fregarsene: fuma per mezz’ora di fila accendendo una sigaretta dietro l’altra e si accascia sul divano a gambe spalancate. Famosa per La vita di Adele dice di non vergognarsi di nulla e di non aver rimpianti.
Finalmente una diva che non ripete a pappagallo la lezioncina preparata dall’agente. Questo sì che è davvero d’ispirazione.