Gianvincenzo Nastasi è il punto di riferimento di tutte le star italiane al Giffoni Film Festival: le segue come un'ombra o meglio come un amorevole angelo custode.

Fateci caso: quando una celebrity viaggia ha sempre con sé il cosiddetto “entourage”, ossia persone di fiducia a cui si affida dalle necessità più pratiche, come trovare una presa della corrente per ricaricare lo smartphone, alle richieste meno diffuse, come imbucarsi magari alla cena di compleanno a casa di Elton John. Questi sono casi estremi, certo, ma il concetto resta lo stesso: i personaggi del mondo dello spettacolo hanno un gruppo ristretto a cui far riferimento, soprattutto a livello emotivo. Al Giffoni Film Festival, di scena per l’edizione 49 dal 19 al 27 luglio a Giffoni Valle Piana, in provincia di Salerno, una delle figure chiavi si chiama Gianvincenzo Nastasi. Ha passato più della metà della vita nell’organizzazione dell’evento, prendendosi cura personalmente delle star italiane ospiti della manifestazione. Nel raccontarli sul palco riesce a guardare e a farli conoscere ben oltre la maschera del personaggio e arriva dritto al cuore dei giovani giurati con una disarmante umanità. Ecco cos’ha condiviso, aprendo lo scrigno dei suoi ricordi per questa nuova puntata di Giffoni Insider (lo spazio di Air Quotes dedicato ai protagonisti dietro le quinte del festival) dopo i racconti di Giovanni Brancaccio, Maria Pia Montuori e Antonia Grimaldi.

Al Festival (Foto di Gaetano Del Mauro)

Le sue mansioni al Festival sono tantissime (Direttore di Produzione, Giffoni Video Factory, Programmer & Facilitator, Italian Talent Manager). In cosa consiste concretamente il suo lavoro?

Effettivamente è la stessa domanda che mi fanno i miei genitori da circa 20 anni… Facendo parte della Direzione Artistica del festival mi occupo di vari aspetti. Durante l’anno seguo come responsabile di produzione tutti i progetti video che ci vedono coinvolti, dalla fase di ideazione fino a quella realizzativa.

Inoltre come programmer per la sezione Generator +18 (di cui sono anche il conduttore) partecipo a vari festival in giro per l’Europa (Cannes e Berlino, principalmente) per vedere e scegliere film per il nostro concorso. Oltre a vederne tanti altri in ufficio su piattaforme per professionisti del settore. Per sceglierne i sette della selezione finale ne vedo circa 250 all’anno…

L’abbraccio con Alessandro Siani

Ha anche la responsabilità cruciale di selezionare e invitare gli artisti italiani che incontrano i giurati. Che tipo di personaggio cerca?

Durante il festival indosso i panni dell’Italian Talent Manager. Praticamente, in accordo con la Direzione, invitiamo attori, attrici, registi, personaggi del mondo del cinema e della cultura che hanno qualcosa da raccontare ai nostri giurati. Non solo incontri tecnici, dunque, o presentazione di progetti, ma incontri in cui viene fuori l’aspetto umano delle persone e non dei personaggi.

Per chi non fosse nel mondo dello spettacolo, provi a spiegarci come funziona. Di sicuro la rubrica del suo cellulare ora sarà piena di nomi di artisti ospiti al festival, ma cosa fa invece se non conosce la persona che vuole invitare?

Quando contattiamo un’agenzia o un ufficio stampa chiaramente non lo faccio come Gianvincenzo ma come parte del team di Giffoni che negli anni ha saputo guadagnarsi sul campo credibilità e autenticità e quindi c’è sempre una grande disponibilità da parte dei professionisti di portare talent al nostro festival. Ormai la maggior parte sono diventati amici miei e del festival e il nostro rapporto va al di là degli aspetti professionali. Un tempo poteva essere più complicato reperire contatti, oggi attraverso i social bastano pochi click. Quasi tutti i talent hanno sui loro profili social i contatti delle proprie agenzie.

Al Festival con la sua equipe

Può dividere con noi qualche suo ricordo più prezioso?

Non potrò mai dimenticare quando Meryl Streep mi chiamò al suo tavolo la sera a cena per ringraziarmi del fatto che il pomeriggio avevo fatto compagnia al marito per una decina di minuti… Mi prese la mano, me la baciò e in italiano mi disse: “Grazie mille!”. Devo ancora riprendermi da allora

Questi artisti non sono solo divi di Hollywood ma anche esseri umani che i giovani giurati prendono ad esempio e alcune testimonianze cambiano la vita e ispirano carriere. Le viene in mente la storia di qualche giurato in particolare?

Sono davvero migliaia le storie di ragazzi che venendo a Giffoni hanno scoperto una loro passione o un loro talento. Non dimenticherò mai quando un ragazzo sardo che avevo selezionato a Nuoro durante alcune attività legati a Giffoni, incontrandomi durante il festival mi disse: “Gianvincenzo, grazie di cuore per l’opportunità che mia hai dato perché grazie a Giffoni ho scoperto chi voglio essere nella vita”. Queste parole restituiscono il senso a tutto ciò che facciamo qui.

Con lo staff del festival (Foto di Manlio Castagna)

Qual è l’oggetto fisico legato a Giffoni di cui è particolarmente geloso e che custodisce con estrema cura?

Senza dubbio tutti i badge delle varie edizioni del festival. Quest’anno aggiungerò quello numero venti…

Un sogno che vorrebbe realizzare per il suo dipartimento a Giffoni?

Facendo riferimento al dipartimento video che coordino con Luca Apolito, sarò felice davvero quando produrremo un lungometraggio targato Giffoni.

Ci fa un nome che aspetta con ansia di invitare?

Fortunatamente negli anni sono venuti quasi tutti i più grandi a Giffoni. Sarebbe bello un giorno vedere il Papa tra i nostri giurati…