Maria Pia Montuori è la vera eroina del festival di Giffoni. Gestisce arrivi, partenze, pranzi, cene, spostamenti e ha un master in "emergenze last minute"

Se ogni partecipante al Giffoni Film Festival ha sempre un pasto caldo (o freddo, visto il clima campano di luglio), un letto morbido per riposare e un passaggio assicurato per arrivare alla Cittadella del Cinema il merito è di Maria Pia Montuori, responsabile dell’ospitalità dell’evento per ragazzi che da quasi 50 anni fa sorridere generazioni intere. Ogni singolo dettaglio è pianificato alla perfezione non solo per un’efficienza che sfiora l’incredibile ma per una passione che non conosce confini. Ci vuole pazienza per tener sotto controllo con garbo e grazia ogni inconveniente e far combaciare ogni pezzo del variegato mosaico di questa manifestazione che raduna piccoli giurati da oltre 50 paesi.

Basti pensare alla certosina organizzazione del soggiorno di una settimana al mare con i bambini e moltiplicare la logistica per decine, centinaia, migliaia di volte. Ecco chi è la Wonder Woman che dà un volto, una voce e un sorriso a Giffoni a chi per la prima volta o dopo decenni si affaccia in questo paesino della provincia di Salerno incastonato tra i monti, che l’ha contagiata con la magia fin da quando l’ha conosciuto come giurata (“la tessera di quell’edizione – dice – resta il mio ricordo più prezioso”). Lei fa spallucce e minimizza: “A volte per descrivere il mio lavoro dico che “metto a dormire le persone”, insomma… sdrammatizzo”. E nella nuova puntata di Giffoni Insider, dopo gli appuntamenti con Antonia Grimaldi, Gianvincenzo Nastasi e Giovanni Brancaccio, ci ha regalato come faccia a tenere tutto sempre sotto controllo.

Da quanti anni ricopre questo ruolo e come è cambiata numericamente l’affluenza?

Sono responsabile da due anni, ma è dal 1996 che lavoro nell’ufficio ospitalità, partendo dal basso come assistente del responsabile dell’ufficio, a cui devo molto perché mi ha insegnato tante cose. Negli ultimi anni è aumentata l’affluenza degli ospiti: basti pensare che qualche tempo fa avevamo un massimo di 80/90 camere suddivise nelle varie strutture ricettive per arrivare ad oggi con una media di 230 camere impegnate per l’evento. Intanto è cresciuto anche il numero dei giurati e il mio ufficio si occupa anche di dare aiuto alle famiglie nel reperire un alloggio durante il festival.

Durante il festival il suo ufficio è il primo che apre e l’ultimo che chiude, riesce a dormire serenamente o il telefono squilla ininterrottamente?

Forse non proprio il primo che apre (che è sempre quello del nostro direttore), forse l’ultimo che chiude… ma durante il festival è un po’ difficile dormire sonni tranquilli. Ho sempre un dubbio, ad esempio: “Li ho prenotati tutti oppure mi sono dimenticato qualcuno?”. Per dovere di cronaca, quest’eventualità non si è mai verificata, ma comunque il mio telefono squilla sempre in qualsiasi momento proprio perché un festival per bambini richiede una dose ulteriore di organizzazione ed elasticità per venire incontro alle esigenze dei più piccoli e delle loro famiglie.

Le è mai successo qualche situazione in passato che sembrava folle o disperata e che invece si è risolta bene?

Una volta in particolare ho vissuto una peripezia su un alloggio. Un ospite mi ha detto di non aver bisogno di una camera, salvo cambiare idea la notte prima dell’arrivo. L’hotel era pieno e stavo già cercando soluzioni alternative, ma per fortuna nel frattempo una mail mi ha avvisato che un altro ospite, causa cancellazione volo, sarebbe arrivato a Giffoni il giorno dopo. Un’autentica botta di fortuna, lo ammetto, che ha risolto due problemi in un colpo solo.

La parte più difficile?

Cercare d’incastrare arrivi e partenze occupando tutte le camere.

Il primo ricordo legato a Giffoni?

Il festival si svolgeva nella piazza del paese e io, dopo aver visto Il tempo delle mele, ho detto a mamma, che era lì con me, che da grande avrei voluto organizzare una festa come quella del film.

Con suo figlio, anche lui giurato del Festival, sullo sfondo della mongolfiera di Hotel Transylvania 3 nel 2018

Il complimento più gradito?

Più che un complimento credo che la cosa più bella che mi sia stata detta è stata: “Può cambiare tutto, ma l’ufficio ospitalità senza di te non può esistere”.

Un episodio buffo legato ad un ospite internazionale?

Qualche anno fa abbiamo “perso di vista” un ospite per un paio d’ore, non sapevamo che fine avesse fatto, abbiamo cercato di raggiungerlo in qualsiasi modo ma di lui nessuna traccia… fino a quando abbiamo scoperto che per tutto il tempo era in camera a dormire, per cui aveva staccato tutto, dal telefono della stanza al cellulare.

Con lo stafff dell’ufficio ospitalità

I file del suo computer sono pieni di numeri, date, cifre e bilanci eppure dietro ognuna di quelle sigle c’è una persona che grazie a lei sperimenta la magia di Giffoni. Quando capisce che davvero quella stanchezza vale la pena?

Quando ti rendi conto che hai contribuito come ogni anno a realizzare un’edizione spettacolare.

Un sogno che vorrebbe realizzare per il suo dipartimento a Giffoni?

Vorrei una struttura ricettiva all’interno della Multimedia Valley per far vivere agli ospiti tutto il festival a 360 gradi e… diventarne la responsabile, se possibile.