Meryl Streep gli ha scritto una lettera, Nicholas Cage gli ha lasciato un videomessaggio e Roberto Benigni ormai lo chiama con un nomignolo affettuoso. Il “papà” del Giffoni Film Festival, Claudio Gubitosi, ha uno scrigno dei ricordi lungo quasi mezzo secolo, un compleanno che la manifestazione per ragazzi compirà nel 2020, in questo paesino incastonato tra i monti in provincia di Salerno. Si chiama Giffoni Valle Piana, conta appena 8 mila abitanti eppure sembra Hogwarts, la scuola di magia e stregoneria di Harry Potter. […]
Di notte fonda restano solo loro a fare la guardia alla roccaforte del festival, ma non sono soli perché Gubitosi passa sempre a salutarli, si accovaccia per terra e porta loro qualche leccornia locale. Ecco cosa ricorda di questi 49 anni di Giffoni Experience, una vera e propria storia d’amore destinata a cambiare la vita di molte altre giovani generazioni. […]
Cosa pensava quando a 18 anni ha creato tutto questo?
Negli anni ’70, appena maggiorenne, ero fortemente
influenzato da Pasolini e con una piccola macchina in Super 8 con un diaframma
a mano ho girato i primi due film, L’età dei
sogni e La vita di
un povero diavolo girati in paese con gli
amici in qualità di attori e attrici. L’eco del Sessantotto era ancora forte,
anche se a Giffoni non ne percepivo la rivoluzione. Il cinema era l’unico mezzo
che permettesse a me e ai miei coetanei di conoscere, guardare e capire il
mondo oltre le montagne all’orizzonte. Mi sono fatto coraggio e ho chiesto al
dottor Gennaro Falivene, medico dentista ma anche proprietario dell’unica sala
cittadina, il glorioso Cinema Teatro Valle, di gestire l’attività durante la
settimana. E siccome mi voleva veramente bene me lo ha dato gratis,
permettendomi d’imparare a fare l’operatore di cabina quando le macchine da
proiezione non erano automatizzate. Sono andato classe per classe, scuola per
scuola, in ogni frazione di Giffoni per invitare gli alunni a partecipare ma
quell’interesse mi sembrava ancora poco per un’impresa che vedevo gigante.
[…]
Molti direttori di eventi culturali sono seduti sul trono del loro
potere, lei invece visita di notte le tende che i fan mettono a bordo del blu
carpet e non si mette mai in mostra. Sembra che i suoi momenti preferiti siano
quelli con i ragazzi, a chiacchierare in mezzo a loro. È davvero così?
È il loro tempo e il loro Festival. Per cortesia e rispetto
do il benvenuto agli ospiti internazionali, ma poi è giusto che mi metta da
parte. Vivere con i ragazzi, farsi le foto, mangiare una fetta di pizza,
portare caffè e cornetti a chi ha passato la notte nella cittadella, guardare i
loro volti, chiedere il perché di un pianto, non credete che sia una cosa
bellissima? Un gesto di affetto, una parola pesata o una carezza giusta può
cambiare la vita di uno, cento, mille, ragazzi. Troni non ne ho mai avuti e mai
ne avrò: mi siedo per terra perché guardo il mondo da altre angolazioni.
[…]
Nessuno “scandalo”?
Robert De Niro nel 1983 ha creato un putiferio, quando ha
deciso di non andare a Venezia e di venire a Giffoni. Ha capito bene: non
andare a Venezia. In quel momento ero terrorizzato e non sapevo come uscire da
una situazione imbarazzante con il più importante festival italiano. Non avevo
né colpe, né meriti e allora mi inventai che veniva da noi perché poteva essere
l’area delle sue origini italiane. Fino a quel momento nessuno sapeva di
dov’era. […]
L’intervista completa è stata pubblicata qui sul webmagazine del bimestrale Style Piccoli del Corriere della Sera, l’11 luglio 2019
Le altre puntate di Giffoni Insider sbirciano dietro le quinte del festival con i protagonisti: Antonia Grimaldi, Giovanni Brancaccio, Gianvincenzo Nastasi e Maria Pia Montuori.