Ha la fama da perfettina, ma Anne Hathaway ha molto ben altro da dire e svelare. Ecco cos'ha raccontato durante la premiere di Londra del film Lo stagista inaspettato

Ho imparato a correre sui tacchi a spillo per Il diavolo veste Prada e non ho più smesso (Anne Hathaway)

Al cinema dal 19 maggio nella commedia Al femminile Attenti a quelle due con Rebel Wilson, l’ex Pretty Princess Anne Hathaway diventa una maga della truffa. Ecco l’ennesima trasformazione di una delle celebrity più rigorose di Hollywood. Un’autentica maestrina dalla penna rossa…

Anne Hathaway non ama perdere tempo e va dritta al punto. Mi stringe la mano con delicatezza, mi offre da bere appena varco la porta della suite dell’hotel Claridge’s a Londra e compare un istante dopo con una tazza di tè in mano. Durante la premiere europea della commedia Lo stagista inaspettato, con Robert De Niro, coniuga le buone maniere inglesi con la praticità newyorkese in modo “impeccabile”. Il suo più grande pregio, questa determinazione infaticabile che l’ha portata dalla tiara Disney di Pretty Princess al Premio Oscar per Les Misérables, resta comunque il peggior difetto, perché la prima della classe ha sempre un bersaglio disegnato sulla schiena e, ne suo caso, si chiama “Hathahate”. […]

Vederla correre su un paio di vertiginose Louboutin fa sempre effetto…

Dodici centimetri sono davvero tanti, ha ragione! (Ride) Per me però è come andare in bicicletta: ho imparato a correre sui tacchi a spillo per Il diavolo veste Prada e non ho più smesso.

Fa parte delle “tacchettine” di cui si prendeva gioco all’inizio del film?

No, mi piace la moda, ma non sono un’esperta né una di quelle persone a cui lo stile viene naturale e allora, visto che non mi considero una trend setter, preferisco andare sul sicuro, puntare sul classico e sul semplice.

Quanto subisce il fascino delle vetrine?
Cerco di non lasciarmi prendere la mano dallo shopping in generale, per quello online, invece, prima di comprare tanto aspetto i saldi.

Quanto, corre, invece, nel quotidiano?

Ho vissuto momenti – e sono stati tanti –  talmente di corsa da arrivare tutte le sante volte dieci minuti in ritardo. Ora va meglio, sto cercando di correggermi.

L’intervista integrale è stata pubblicata sul settimanale femminile “F”, numero 42 del 2015