Dopo aver ricevuto insulti su Instagram per i miei racconti da ragazza curvy, il quotidiano Leggo ha condannato questi episodi di bodyshaming.
La campagna social “Curvy (e sto)”

Curvy (e sto): con questa semplice confessione ho coinvolto i social in una mini campagna di sensibilizzazione sull’inclusività partendo dal racconto delle mie avventure plus size (qui l’articolo completo). Oltre a moltissimi messaggi di sostegno, sono arrivati – puntualissimi – i primi hater con insulti su Instagram. Il quotidiano Leggo, che un anno fa, mi ha permesso d’iniziare questo viaggio di consapevolezza attraverso una confessione a cuore aperto, ha voluto denunciare questo bodyshaming mettendo in prima pagina sia le offese ricevute che le mie reazioni.

Ecco l’articolo a firma di Stefania Cigarini:
«Sei una palla di lardo», «In discarica», «Voi obesi siete un peso insostenibile per il Servizio sanitario nazionale». Gli insulti – anche quelli feroci, che non vale la pena di riportare – sono il prezzo da pagare quando si esce dai (rassicuranti?) schemi imposti dalla società dei consumi. 
Cioè quando si è grasse. Lo sa bene la giornalista Alessandra De Tommasi – la sorridente ragazza nella foto a fianco – che un anno fa, sulle pagine di Leggo, pubblicò l’articolo La mia taglia Nutella in prima persona, uno sfogo più che sincero sulla sua vita da taglia over 46 in Italia (da rileggere su Leggo.it). Da allora tanto è cambiato, lo sfogo con il quale si è messa emotivamente a nudo l’ha trasformata nella testimonial di una rivoluzione culturale. Da quel giorno – 24 luglio 2019 – ha dato vita alla sua minicampagna di consapevolezza del corpo sui social – #curvyesto #avventurediunacurvyrisolta – che, al netto degli insulti, incassa grande approvazione. Terre des hommes, per esempio, l’ha voluta relatrice a Milano sul bodyshaming (novembre 2019) e sta partecipando alla petizione per far erigere, in quella città, un monumento alle bambine vittime di violenza. 
Oggi uscirà un suo ritratto – scattato dalla fotografa francese Nordine Sajot al Palazzo del Freddo di Fassi, storica maison del gelato romano – nell’ambito del progetto fotografico 07 Dolori, riflessione sul corpo (e i diritti) delle donne. E venerdì sarà protagonista sul primo canale della tv greca, con la sua testimonianza sulle discriminazioni subite a causa della taglia a cura del regista Alexandros Romanos Lizardos. Infine ha pubblicato una sua foto, ieri, per celebrare il Bikini day: appare giovane e magrissima, ma senza il sorriso che oggi sfodera spesso e volentieri.

La prima foto in bikini pubblicata sui social, in occasione del Bikini Day, il 5 luglio 2020

Ed ecco il mio contributo:

Mai scrivere un articolo è stato più difficile e intimo di quello per Leggo di un anno fa. Mi sono messa a nudo emotivamente con quei chili che per tutta la vita mi hanno fatto piangere. Anche quando ero talmente magra che mi si vedevano le ossa. Ora non più: raccontare le mie fragilità mi ha resa forte e serena (anche se non impermeabile agli insulti). E ieri per la prima volta ho postato una foto in costume in occasione del Bikini day. Ho fatto squadra online con un team al femminile di influencer, artiste e artigiane, da The Body Positive Catwalk di Laura Brioschi a Chiò cosmesi naturale di Eleonora Mesiano. E non mi sento più sola.

L’articolo è stato pubblicato sul quotidiano Leggo il 6 luglio 2020 e nella versione online:

I PRECEDENTI:

Dopo aver contattato due volte Instagram segnalando i commenti offensivi, il social mi ha risposto che questi post non violano alcuna regola della sua community. Imbarazzata, li ho cancellati entrambi. Poi ho chiesto consiglio su Facebook e ho ricevuto molto sostegno e vari consigli:

  • chiamare il 114, numero anti-violenza
  • denunciare alla polizia postale
  • segnalare il comportamento alla pagina Odiare ti costa e alla giornalista Selvaggia Lucarelli
  • non cancellare d’ora in poi le prove degli insulti (che sono ricomparsi in forma diversa sul mio account)
  • non rispondere in alcun modo alle provocazioni

Sto cercando di seguirli tutti, uno per uno, per tutelarmi e al tempo stesso sensibilizzare sul tema del bodyshaming. Nel frattempo una degli hater ha continuato a scrivere commenti offensivi…