Da ragazzo ero il classico combinaguai (Geoff Stults)
«Lo sai che ricordo il momento esatto in cui giravamo questa scena, quella del Festival delle Zucche, in October Road? Incredibile!»: è questo l’esordio del mio incontro con Geoff Stults, che sfoglia l’articolo su October Road pubblicato su TFM e ingaggia subito l’addetta stampa per ottenerne una traduzione in inglese.
Quando di te c’è in Eddie: anche tu sportivo e latinlover?
In questi aspetti mi somiglia. A scuola ero il classico ragazzo popolare, giocavo a football americano, a basket, a baseball e a qualsiasi sport possibile. Ero bravo sul campo! Anche adesso nei giorni liberi dalle riprese io e Bryan Greenberg (Nick) ci divertivamo a sfidarci a pallacanestro. Io odio correre quindi mi mantengo in allenamento in altro modo.
Eddie e Nick hanno un’amicizia forte che poi s’incrina. Tu che genere di amico sei?
L’amicizia è importante per me, nella buona e nella cattiva sorte: se hai amici di vecchia data la vera sfida è rimanere in contatto anche se non ci si sente tutti i giorni. Devi tenerteli stretti e ricordarti di loro, a partire dal compleanno. Ammetto che mi sforzo ma devo migliorare, posso fare e devo fare di meglio.
Cosa diresti a un amico se scrivesse un libro su di te?
Cambia soggetto, amico, la mia vita è noiosa… ci sono persone più interessanti di me su cui scriverlo!
Anche tu come Eddie sei orgoglioso delle tue origini?
Sono cresciuto anch’io in una piccola cittadina come Knight Ridge in October Road, ero il cosiddetto “big fish in a small pond”, un pesce grosso in un piccolo stagno, quindi soggetto ad una minore competizione. Lavorare in tv e nei film fa un effetto strano: ti mette di nuovo al centro dell’attenzione ma ci sono abituato, fa parte del mio personaggio.
Janet ha cambiato totalmente il punto di vista di Eddie. Qualcuno ha fatto lo stesso con te?
Quando ero una ragazzo mi comportavo da “troublemaker”, influenzato da un ragazzo più grande di me che volevo imitare, poi mio fratello George mi ha salvato perché mi ha offerto un modello diverso…
Che effetto ti faceva essere suo fratello anche in Settimo Cielo?
È stata una benedizione, io adoro George! Quante volte nella carriera ti capita di interpretare un ruolo il cui fratello è davvero tuo fratello? L’idea è nata dal regista: voleva un doppio appuntamento con le sorelle Mary e Lucy con due fratelli, poi io me ne sono andato, ma il fatto che George sia rimasto mi ha permesso di ritornarci qualche volta e ne sono stato felice.
Cosa guardi in tv?
Soprattutto sport, ma mi piacciono Brothers & Sisters e Rescue Me, anche se il mio preferito è una specie di Survivor.
In quale telefilm faresti da guest star?
Lost, lo adoro! E poi non sarebbe male trasferirsi alle Hawaii!
L’intervista è stata pubblicata sul mensile “Telefilm Magazine”, numero 42, luglio-agosto 2008