Ci sono dei gioiellini poco ordinari tra le serie tv di Netflix: alcune sono leggere, altre esilaranti o imprevedibili. Eccone tre a cui dare una chance...
Jonathan Van Ness, Antoni Porowski, Tan France, Bobby Berk, and Karamo Brown di Queer Eye ribattezzati “Fab 5”

Nessuna etichetta riuscirebbe ad accomunare queste tre serie, quindi è una specie di minestrone (mix and match, se preferite), in cui si può trovare di sicuro più di una verdura che piace. Le ho scoperte tutte per caso e le ho subito consigliate in giro perchè, per ragioni diverse, riescono a stupire. Mi hanno fatto stare bene, di questi tempi, riuscendo nella missione impossibile di farmi evadere da una realtà da incubo, la pandemia. Non perchè siano leggere nè scacciapensieri nel senso di soap (alla Dynasty, per capirci), ma perchè sanno anche toccare note profonde con intelligenza e senza pedanteria. Siccome su Netflix si può, io direi di concedere loro un paio di puntate perchè possono rivelarsi una scoperta inattesa, che magari non convince affatto su carta, ma che poi riesce a conquistare.

Ecco, allora, le tre serie “fuori dal comune” targate Netflix:

NON HO MAI

Tecnicamente è un teen drama, ma è anche tratto da una storia vera (quella della comica Mindy Kaling), e vanta una delle scritture più sofisticate e toccanti degli ultimi anni. La trama sembra piuttosto semplice: un’adolescente di origini indiane è considerata una perdente al liceo quindi decide di perdere la verginità per entrare di diritto nella fila delle studentesse cool. Il papà muore per un infarto mentre lei sta suonando l’arpa in un concerto scolastico e lo sconcerto è tale da finire momentaneamente su una sedie a rotelle. Bye bye, popolarità! Quello che il riassuntino della storia non dice è che questa serie affronta temi come l’identità di genere, la perdita, il confronto generazionale, il primo batticuore e il senso d’inadeguatezza con un senso dell’umorismo così brillante e sagace da far piangere e ridere al tempo stesso. Tutti, me compresa, siamo stati almeno una volta Devi. E avremmo voluto avere la sua lucidità e la sua intelligenza per sbrogliare la matassa emotiva prima di fare troppi danni.


QUEER EYE

QUEER EYE (L to R) JONATHAN VAN NESS, KARAMO BROWN, TAN FRANCE, ANTONI POROWSKI, and BOBBY BERK in episode 506 of QUEER EYE. Cr. RYAN COLLERD/NETFLIX © 2020

I Fab 5 sono quattro omosessuali e un ragazzo non-binario (ossia una persona che non s’identifica nè nel genere femminile nè in quello maschile) che da anni rimettono in sesto la gente. Per una come me che adora Extreme Makeover Home Edition questa serie è una specie di pacchia perchè ciascuno di loro cura un aspetto della persona (guardaroba, alimentazione, capelli, casa e lifestyle) e ricrea da zero un’autostima spesso a pezzettini. Non trasformano nessuno, ma tirano fuori il meglio di tutti, spesso addentrandosi nella provincia più conservatrice degli Stati Uniti tra bifolchi e bigotti per dimostrare che alla fine siamo tutti esseri umani. Non hanno bacchette magiche, nè istruzioni per l’uso ma provano a scavare nel disagio senza giudicare nè tanto meno prendere in giro chi hanno di fronte. E questo mi dà un certo senso di sollievo. Ancora una volta questo abbraccio mi riscalda, mi permette di vedere cosa succede quando vieni accettata e amata incondizionatamente. Vederli in azione mi permette anche di carpire qualche trucchetto qui e lì e mi conferma che per ciascuno di noi c’è posto nel mondo, a prescindere dalla razza, dal peso, dalla religione, dal genere e dalla provenienza geografica. Loro non accettano che qualcuno si senta escluso o tagliato fuori: che tu sia alto o basso, magro o curvy, dimostrano come sia un diritto inalienabile il sentirsi bene, anzi al meglio, nella propria pelle.


SOUNDTRACK

SOUNDTRACK

Per me l’ex moglie di Channing Tatum, Jenna Dewan, è associata in maniera indelebile a Step Up. Eccola, infatti, di ritorno sulla stessa scena del delitto, ossia un palcoscenico, per ballare e trovare la sua strada. Soundtrack è in effetti la colonna sonora di molti sogni infranti, di porte sbattute in faccia e occasioni sfiorate. Non pretende affatto di essere originale, nè sofisticato o rivoluzionario. Racconta solo una storia, con semplicità, anche a rischio di scivolare nella banalità e nei clichè, e riesce a modo suo a tenere compagnia al pubblico. Alziamo il volume, allora, e prendiamolo per quello che è, puro intrattenimento, con drammi appena accennati e qualche lacrimuccia facile. Come Spinning Out (invece ambientato nel mondo del pattinaggio su ghiaccio), vuol essere una specie di racconto motivazionale.

Le altre puntate della rubrica Air Quotes Approved:

1° puntata: 3 serie tv con tematiche LGBT da non perdere

2° Puntata: 3 commedie romantiche inedite e in streaming da guardare subito

3° puntata: 3 anelli da portare sempre con sè

4° puntata: 3 romanzi distopici e young adult da leggere tutto d’un fiato

5° puntata: 3 semplici trucchi per rendere il make-up magico

6° puntata: 3 pagine Facebook per farsi sane risate online

7° puntata: 3 arredi Ikea per rendere lo studio più pratico

8° puntata: 3 fragranze per lasciare il segno

9° puntata: 3 parchi divertimento internazionali per ritrovare il proprio lato bambino

10° puntata: 3 cartoon Anni Ottanta da rivedere no stop

11° puntata: 3 oggetti cult per rituffarsi negli Anni Ottanta

12° puntata: 3 creme viso per idratare e proteggere

13° puntata: 3 serie tv Netflix fuori dal comune

14° puntate: 3 storie tv per un tuffo negli Anni Novanta

15° puntata: 3 gioiellini comedy per un viaggio negli Anni Novanta

16° puntata: 3 idee firmate Flying Tiger per una scrivania più vivace

17° puntata: 3 segreti per una parentesi di relax

18° puntata: 3 commedie sul potere del body love