Dalla devozione per le sigle di Cristina D'Avena ai poteri magici delle eroine cartoon Anni Ottanta: tutto il mondo dell'infanzia concentrato in tre storie incredibili
La cantante Cristina D’Avena

Gli Anni Ottanta hanno nutrito decine e decine di storie strappalacrime in versione cartoon, da Candy Candy a Lovely Sara passando per Georgie e Dolce Remì. Ancora mi stupisco di come non ne sia venuta fuori un’intera generazione di deviati depressi. Ad onor del vero – e per fortuna – il karma di questi sventurati veniva in qualche modo bilanciato dalla magia di alcune storie incredibili. Io farei una maratona no stop di queste serie animate anche ora. Non essendolo nella realtà, mi sentivo nel cuoricino una figlia unica, quindi mi andavano particolarmente a genio storie senza troppi fratelli in giro. E se c’erano, di sicuro qualche bacchetta o incantesimo poteva farli sparire, almeno per un po’. Non stupisce che la maggior parte delle eroine di quegli anni avesse poteri incredibili, per cambiare e trasformare la propria vita.

I tre cartoon Anni Ottanta da rivedere no stop:

KISS ME, LICIA

Il fatto stesso che in un giorno di pioggia Andrea e Giuliano incontrassero Licia per caso per me rappresentava la poesia allo stato puro. In quel micione ozioso e goloso di polpette mi ci ritrovavo proprio. E persino quel brontolone di Marrabbio (nomen omen), il padre della protagonista, mi ricordava qualcuno di mia conoscenza. Ho scoperto solo da poco che di nome faceva Anacleto (il gufo del mio cartoon Disney preferito, La spada nella Roccia) e il collegamento non mi è sembrato casuale. L’idea che una ragazzina proletaria potesse rubare il cuore ad un cantante famoso mi sembrava il massimo dell’emozione. Era una magia, ma senza bacchetta magica. Quando poi sono nate le serie con Cristina D’Avena il cerchio si è chiuso in modo perfetto. Ma che ne sanno i Millennial dei “piccoli problemi di cuore” di noi bambine senza selfie, social e cellulari ma con tante tante speranze?

L’INCANTEVOLE CREAMY

Di tutte le bambine con poteri di anime e manga, le cosiddette majokko (maghette), che popolavano la mia infanzia negli Anni Ottanta (da Magica Emi a Evelyn e la magia di un sogno d’amore, da Il magico mondo di Gigi a Sandy dai mille colori), era lei la mia preferita, Creamy. Sognavo di possedere le sue varie bacchette magiche e la sua chioma color lavanda, per poter raddrizzare un torto di Madre Natura – l’essere stonata, tra le altre cose – e il fatto di poter esibirmi e al tempo stesso avere due genitori che campavano cucinando crepes mi sembrava davvero troppo bello per essere vero. Persino i micini Posi e Nega con i loro eterni litigi mi divertivano da matti. E la prima cotta per quel perdigiorno di Toshio? Sì, era proprio lo scenario perfetto! Per questo quando a Lucca Comics and Games ho trovato le bacchette giapponesi con il suo scettro magico rotante non ho potuto resistere. Di fatto hanno il potere di rendere il sushi più saporito, una caratteristica che conferisco alla mia gloriosa collezione di gadget, di fatto capaci di dare più colore e gioia alla mia vita (Marie Kondo, perdonami, se puoi)!

LO SPECCHIO MAGICO

Stilly non diventava forte, ricca o potente: aveva uno specchietto tascabile, un oggetto comunissimo, eppure le permetteva di diventare grande. Che fregatura, pensano gli adulti, e invece per lei era una benedizione: poteva fare di tutto e sperimentare qualsiasi lavoro. Detto così sembra una seconda sventura: se puoi giocare tutto il giorno perchè faticare per guadagnarsi il pane? Negli occhi di una bambina questa idealizzata libertà di movimento era pura poesia. E pure per me. A due anni i vicini di ombrellone al mare mi hanno soprannominato “La signorina No”. Come dar loro torto? Non ho mai voluto dare la mano ai miei genitori, nè sul marciapiede nè sulle strisce pedonali. A quattro anni andavo da sola in bicicletta a fare le visite dal dentista, pochi isolati distante dalla prima casa dove viveva la mia famiglia, e nessuno se ne stupiva. Tanto era impossibile convincermi del contrario. Quindi la possibilità di avere i miei spazi, i miei tempi e tutto il potere di gestirmi come meglio credevo persino in epoca prescorale mi sembrava il desiderio perfetto. E l’eroina di questo cartone diventava quello che voleva, da un’infermiera ad una professoressa, e se la cavava benissimo. Cosa chiedere di più?

Le altre puntate della rubrica Air Quotes Approved:

1° puntata: 3 serie tv con tematiche LGBT da non perdere

2° Puntata: 3 commedie romantiche inedite e in streaming da guardare subito

3° puntata: 3 anelli da portare sempre con sè

4° puntata: 3 romanzi distopici e young adult da leggere tutto d’un fiato

5° puntata: 3 semplici trucchi per rendere il make-up magico

6° puntata: 3 pagine Facebook per farsi sane risate online

7° puntata: 3 arredi Ikea per rendere lo studio più pratico

8° puntata: 3 fragranze per lasciare il segno

9° puntata: 3 parchi divertimento internazionali per ritrovare il proprio lato bambino

10° puntata: 3 cartoon Anni Ottanta da rivedere no stop

11° puntata: 3 oggetti cult per rituffarsi negli Anni Ottanta

12° puntata: 3 creme viso per idratare e proteggere

13 puntata: 3 serie tv Netflix fuori dal comune

14 puntate: 3 storie tv per un tuffo negli Anni Novanta

15° puntata: 3 gioiellini comedy per un viaggio negli Anni Novanta

16° puntata: 3 idee firmate Flying Tiger per una scrivania più vivace

17° puntata: 3 segreti per una parentesi di relax

18° puntata: 3 commedie sul potere del body love

19° puntata: 3 serie tv con body inclusivity